Cerimonie e spettacoli organizzati in occasione del Premio Internazionale «Giuseppe Cocchiara» per gli studi demo-etnoantropologici”

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Il giorno 15 ottobre 2019, nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università degli Studi di Messina, si è svolta la cerimonia di consegna del “Premio Internazionale «Giuseppe Cocchiara» per gli Studi Demo-Etno-Antropologici”, edizione 2019, come è ormai noto istituito nel 2014 dalla Federazione Italiana Tradizioni Popolari al fine di rendere merito e valorizzare gli studiosi italiani e stranieri che, con le loro ricerche teoriche, metodologiche e sul campo, conducono indagini in differenti contesti e realtà socio-culturali. Il riconoscimento viene conferito, ad anni alterni, a studiosi di chiara fama italiani e stranieri che si siano distinti in ricerche e analisi su problematiche riguardanti le discipline demo-etno-antropologiche. L’individuazione dei premiati viene effettuata da una commissione che resta in carica per un triennio ed è composta da tre rappresentanti delle discipline demo-etno-antropologiche afferenti agli Atenei di Palermo, Catania e Messina; la commissione è integrata e coordinata dal Presidente della Consulta Scientifica, dall’Assessore alla Cultura della FITP e da un rappresentante dell’Amministrazione comunale di Mistretta. Per l’edizione 2019, dopo diverse consultazioni telematiche volte alla valutazione delle candidature di vari studiosi, la commissione si è soffermata, in particolare, su quella del Prof José Antonio Gonzàlez Alcantud dell’Università di Granada proposto dal Prof. Ignazio Buttitta, ordinario di Antropologia culturale nell’Università di Palermo. A questo proposito, i commissari hanno valutato sia gli studi pregressi, sia, soprattutto, la recente opera collettanea curata dal Prof. Gonzàlez Alcantud, El rapto de la historia: Introducción a un debate con la antropología, pubblicata nel 2019 dell’Editorial Universidad de Granada. Nel lavoro, dove compaiono interessanti contributi di diversi studiosi, viene affrontato l’annoso dibattito sull’importanza dell’analisi storica nelle ricerche antropologiche, arrivando alla conclusione sull’utilità e necessità delle interpretazioni storiche per perfezionare le indagini socio-culturali.

Come si prima accennato, la cerimonia di consegna del Premio si è svolta il giorno 15 ottobre scorso, nella suggestiva cornice dell’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Messina, alla presenza di studenti del biennio magistrale di lingue, di filosofia, del Vice Direttore del relativo Dipartimento e del Prof. Mario Bolognari, ordinario di Antropologia culturale che ha coordinato l’avviato i lavori. A coordinare il proseguo della cerimonia a sua volta è subentrato il Prof. Mario Atzori, presidente della Consulta Scientifica della FITP, che ha sinteticamente illustrato le motivazioni scientifiche, in base alle quali, il premio è stato dedicato a Giuseppe Cocchiara, che, nel 1944 con la presenza delle truppe americane in Sicilia, è stato il primo professore di Antropologia sociale in Italia, presso l’Università di Palermo. Con tale conferimento dell’insegnamento di Antropologia sociale a Cocchiara si sono messe le basi per dare nuovi indirizzi metodologici alla tradizione di studi demologici sorta nell’Ottocento proprio in Sicilia. La cerimonia è proseguita con la lettura fatta dal Segretario Generale della FITP Franco Megna del verbale redatto dall’apposita Commissione; nel documento, sono state indicate le motivazioni in base alle quali è stato individuato, all’unanimità, il vincitore del premio per edizione 2019. Come si è prima già accennato, in base al regolamento, deve essere ad anni alterni uno studioso italiano o straniero; per il 2019 è stato il turno per quest’ultimo. A questo punto, il Presidente della F.I.T.P, Benito Ripoli ha consegnato nelle mani del Prof. Josè Antonio Gonzàlez Alcantud il prestigioso premio. Visibilmente emozionato e commosso il Prof. Alcantud, dopo aver ringraziato tutti i partecipanti alla manifestazione, si è detto onorato del riconoscimento ricevuto poiché si tratta di un premio unico nel suo genere, istituito a livello mondiale per quanto riguarda gli studi demo-etno-antropologici.

Nel corso della lectio magistralis il Prof. Gonzàlez Alcantud ha particolarmente interessato i presenti; ha ripercorso le tappe più significative della propria esperienza di studioso, dichiarando esplicitamente il proprio interesse e amore per l’Italia; in tale quadro biografico ha precisato di aver appreso di essere stato designato per il Premio durante un suo soggiorno a Roma presso l’Università «La Sapienza». Nella conferenza il Prof. Gonzàlez Alcantud ha fatto un ampio excursus terorio-metodologico sulle problematiche riguardanti i principi e i sistemi di analisi della storia per condurre indagini antropologiche; in tale contesto ha proposto numerosi riferimenti bibliografici. In sostanza, si può sinteticamente concludere che è stata una lectio magistralis che merita di essere pubblicata, in quanto in futuro potrà costituire oggetto di specifici dibattiti non solo tra studiosi di antropologia, ma anche tra gli studiosi di storia che proprio dall’antropologia possono ricavare nuovi parametri di analisi dei fatti culturali che caratterizzano le diverse epoche e i diversi avvenimenti; pertanto, si tratta di un risultato scientifico al quale la FITP ha dato un suo contribuito sul piano organizzativo. A questo punto, per i lettori della Rivista, è sicuramente interessante avere qualche riferimento sull’attività scientifica del Prof. Gonzàlez Alcantud. Nato in Spagna a Granada nel 1956, ha studiato storia dell’arte e archeologia; successivamente, ha ampliato gli studi post-dottorali in Francia. Attualmente è cattedratico di Antropologia sociale nell’Università di Granada ed è professore nella Real Academia di Scienze morali e politiche di Spagna. Nel 1991 ha fondato il centro di ricerca etnolografica «Angel Gaanivet»; attualmente dirige l’Osservatorio sulla prospettiva culturale dell’UGR; è autore di innumerevoli opere tra le quali: Lo Moro, El malestar en la cultural patrimonial, El rapto del arte e il Rapto de la Istoria. Nel corso della cerimonia, inquadrando l’importanza metodologica e teorica delle opere del Prof. Gonzàlez Alcantud, il Prof. Atzori ha sottolineato che, in Italia, la Sicilia può ritenersi la patria dell’antropologia grazie agli studi demologici condotti, nella seconda metà dell’Ottocento, da Giuseppe Pitrè e da Salvatore Salomone Marino; quindi, nella prima metà del Novecento, in contrasto con le concezioni teoriche storicistiche di Benedetto Croce, grazie alle opere antropologiche di Giuseppe Cocchiara, nato a Mistretta e sebbene abbia studiato giurisprudenza per diventare avvocato ma interessato alle culture popolari, in Italia sono state avviate le analisi funzionalistiche e storiografiche dell’antropologia britannica. Infatti, Cocchiara ha indirizzato i propri interessi prima verso le ricerche demologiche e poi, dopo un lungo soggiorno in Inghilterra, ha acquisito i parametri delle analisi teorico-metodoloche dell’Antropologia sociale inglese. Proprio a Mistretta hanno continuato i diversi eventi connessi alla cerimonia del Premio; infatti, nel pomeriggio dello stesso giorno 15 ottobre, è stato organizzato uno spettacolo dedicato alla cultura popolare siciliana. Pertanto, nei locali del cinema Odeon della città amastratina, grazie all’impeccabile organizzazione di Angelo Scolaro (Presidente dell’Associazione Amastra, nonché Consigliere Nazionale della F.I.T.P) e di Patrizia De Caro, si sono esibite alcune associazioni locali. Ad aprire la serata è stato proprio il Gruppo Folk Amastra, che da anni si fa portavoce in tutto il mondo del Folklore e della tradizione popolare Siciliana. I giovani ballerini si sono esibiti con tre danze tipiche della Sicilia: «u ballu ru chiuovo» che riproduce il duello tra due giovani che si contendono la stessa donna; «u drappu», nel quale viene indossato «u scappularu», un lungo mantello dotato di cappuccio e realizzato con lana che, nel passato, veniva tinta di nero. Nell’ultimo quadro dello spettacolo è stato rappresentato «Giufà», personaggio della tradizione orale popolare siciliana e giudaico-spagnola. In tale contesto spettacolare è stato dedicato ampio spazio anche ai canti popolari siciliani. Infatti, Antonella Sirni si è esibita con un canto il cui testo è stato scritto e musicato proprio da un Mistrettese e che racconta di una donna che, malinconica, osserva dalla finestra della propria abitazione quella che un tempo era una strada affollata di gente e bambini che, nel passato, giocavano felici; oggi quella strada si è trasformata in un luogo nel quale regna un triste silenzio a causa del fenomeno migratorio che colpisce soprattutto i piccoli paesi. Alvaro Biffarella, a sua volta, con la sua chitarra, ha dato voce ad un uomo che dedica alla propria amata una romantica serenata, come ancora avviene a Mistretta soprattutto in occasione di matrimoni. Commozione ma anche tanta allegria hanno regnato tra gli ospiti presenti in sala, tra i quali il Prof. Alcantud che, da appassionato di tradizioni popolari, ha particolarmente apprezzato lo spettacolo. Complimenti sono giunti dal Prof. Atzori e dal Prof. Ripoli ai componenti del Gruppo Folk amastra, per la bellezza dei quadri scenografici e la maestria dei musicisti. Lo spettacolo ha avuto seguito con l’esibizione del Coro Claudio Monteverdi diretto dal maestro Sebastiano Zingone. Si tratta di un’associazione amastratina che da 29 anni diffonde la musica corale polifonica non solo nel territorio in cui è nata, ma anche al di fuori, partecipando a rassegne, convegni e concorsi. I cantori hanno appassionato il pubblico eseguendo alcuni canti tipici della tradizione siciliana tra i quali: «e vui durmiti ancora», «abballati abballati» e «vitti na crozza»

Dopo l’esibizione del coro, è stato proiettato nel maxi schermo appositamente allestito, un trailer sulla processione di San Sebastiano realizzato dal giovane amastratino e studente di cinema Antonio Turco.

A seguire, alcuni bimbi mistrettesi, hanno inscenato proprio la processione del Santo Patrono di Mistretta, vestendo i panni dei portanti la «vara» e la «varettta» che, il 18 agosto e il 20 gennaio, percorrono le vie del paese. La serata si è conclusa con il ballo di Mitia e Kronos, le grandi figure di cartapesta contraddistinte da sembianze umane che hanno incantato e sbalordito il pubblico presente.

Il giorno 16 ottobre, presso i medesimi locali del cinema Odeon, alla presenza degli studenti dell’I.I.S. «Alessandro Manzoni di Mistretta», si è tenuto il convegno coordinato dal Prof. Atzori: sono intervenuti il Presidente della F.I.T.P. Benito Ripoli, la professoressa Carla Miceli in rappresentanza dell’Istituto Artistico di Santo Stefano di Camastra, il dirigente scolastico dell’I.I.S. “Alessandro Manzoni” Prof. Virginia Ruggeri, il Presidente dell’Associazione Amastra Angelo Scolaro, il tesoriere della F.I.T.P. Tobia Rinaldo e il segretario Generale della F.I.T.P Franco Megna. Protagonista assoluto del convegno è stato, e non avrebbe potuto essere altrimenti, il Prof. Alcantud, il quale, forte della pregressa esperienza di professore di liceo, ha parlato agli alunni presenti in sala, volgendo ogni tanto lo sguardo alla moglie, seduta in prima fila, con l’umiltà e la simpatia che lo contraddistinguono. Lo studioso, avvalendosi dell’ausilio di foto da lui stesso scattate lungo i suoi molteplici viaggi e proiettate in sala, ha sottolineto l’importanza degli studi demo-etno-angtropologici e ha manifestato la sua immensa passione per il patrimonio che egli ama definire patrimonio vivo. Il Prof. Alcantud, soffermandosi sull’immagine dell’Arena di Verona, ha sottolineato l’importanza e la meraviglia del patrimonio culturale, musicale, artistico, che l’Italia ha il privilegio di possedere. Al termine della sua lezione, lo studioso, visibilmente commosso per l’affetto manifestatogli dal pubblico, ha ricevuto in omaggio un vaso in ceramica realizzato dagli studenti del Liceo Artistico di Santo Stefano di Camastra. Successivamente, sono stati proiettati i documentari con i quali gli alunni dell’I.I.S. “A. Manzoni” hanno partecipato al concorso di antropologia visuale “I Muttetti” istituito dall’Associazione Amastra. Oggetto dei cortometraggi sono stati i giochi popolari, quelli che rendevano felici i bambini di un tempo e che, nel passato, ne stimolavano la creatività. Impegno e fantasia sono stati alla base dei documentari, per la cui realizzazione gli studenti hanno coinvolto diversi bambini e soprattutto alcuni anziani che, con nostalgia, hanno ricordato come un tempo bastasse poco per divertirsi ed essere felici. Un tuffo nel passato senza dimenticare il presente, cosi gli studenti della IV classe del Liceo di Scienze applicate e nuovo ordinamento di Mistretta hanno conquistato la giuria che ha loro assegnato il premio I Muttetti, in quanto, essi, oltre ad aver documentato i giochi di un tempo, hanno anche creato un applicazione scaricabile su smartphone che consente a chiunque di praticare l’antico gioco «ri funnedda». Il Prof. Alcantud, il quale, per lungo tempo si è dedicato allo studio dei giochi popolari, si è complimentato con i ragazzi per la qualità dei lavori realizzati.

Il convegno si è concluso con i saluti del Prof. Atzori e del Presidente della F.T.I.P., che hanno espresso gratitudine ai componenti dell’Associazione Amastra per l’impegno profuso nell’organizzazione delle cerimonie svoltesi in occasione dell’evento «Premio Cocchiara». In un clima di festa, al termine del convegno, il pubblico presente in sala ha potuto degustare i prodotti tipici del luogo grazie al caatering allestito nei locali del cinema Odeon dagli studenti dell’Istituto Alberghiero di Santo Stefano di Camastra. Si chiude così il sipario sul «Premio Internazionale “Giuseppe Cocchiara” per gli Studi Demo-etno-antropologici 2019».