La Festa di San Pardo tra cuore e tradizione

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Camminando per le antiche strade di Larino si viene travolti da forti profumi e intense emozioni fatte di amore, rispetto, cultura e tradizione. Ad ogni passo ci si ritrova immersi in una realtà quasi dimenticata, perché sostituita da un mondo frenetico e sempre più virtuale. Le tradizioni larinesi entrano nel cuore di chi le vive e restano impresse nella memoria. Quel che rende affascinante ancora oggi la cultura larinese è l’origine contadina espressa nella festa dedicata a San Pardo. Si tratta di una festa che rappresenta un chiaro simbolo dell’appartenenza dei cittadini ad una millenaria cultura agro-pastorale legata al periodico ciclo della natura. Il santo patrono di Larino si festeggia alla fine del mese di maggio, nei giorni 24, 25, 26 e 27. La prima celebrazione avviene nel pomeriggio del giorno 24 che inizia con la benedizione degli animali presso la “Fonte di San Pardo”. Il corteo processionale è seguito dall’intera cittadina e a capo del corteo si trovano i sacerdoti e il Vescovo. Oltre 120 carri trainati da buoi, mucche, vitellini e pecore sfilano per le vie della città frentana.

Fino agli inizi dell’Ottocento, a Larino era prevista una corsa dei carri guidati dai buoi, trasformatasi poi in una semplice sfilata, a seguito di un incidente. In altre località del basso Molise, invece, questa tradizione della corsa è ancora molto seguita.

Ogni anno, con devozione e passione, gli abitanti del posto decorano i carri con fiori, nastri e ghirlande rendendoli unici ed originali. Un altro accadimento molto curioso è quello del giorno 25 maggio. A quanto pare, la credenza popolare vuole che San Pardo mandi, in modo del tutto simbolico, un invito a tutti gli altri Santi affinché essi lo raggiungano nella Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta e di San Pardo. Le statue vengono quindi prelevate e deposte all’interno della suddetta cattedrale. Nel pomeriggio viene prelevata anche la statua di San Primiano, co-patrono della città, la cui cappella sorge su un’antica basilica paleocristiana all’interno del cimitero. Come richiede la tradizione, anch’essa verrà disposta nella cattedrale.

Il giorno più sentito da tutti i fedeli è però quello del 26 maggio, poiché si ricorda la traslazione delle spoglie mortali di San Pardo giunte a Larino proprio in questo giorno, nel lontano 842 d. C. Le strade del centro storico vengono sommerse da cittadini e turisti, accompagnati dai carri in un corteo lungo oltre due chilometri che accompagna le reliquie e il simulacro di San Pardo e degli altri santi. La mattina del 27 maggio, invece, con tutti i carri a seguito, i fedeli riaccompagnano, insieme a San Pardo, il co-patrono della città San Primiano nella sua dimora. Il corteo dovrà raggiungere, anche stavolta, la parte alta di Larino. Anche le statue degli altri santi che hanno partecipato al corteo vengono riaccompagnate nelle loro chiese. È una festa piena di colori che profuma di tradizioni e di amore per la propria terra natia. Ogni corteo si protrae fino a tarda sera e le luci dei carretti si fondono con le luminarie poste lungo le strade dando vita ad un’atmosfera magica e quasi surreale. Per mantenere viva e continua la tradizione i “carrieri” hanno fondato un’associazione (La Pia Associazione dei Carrieri di San Pardo). Ogni famiglia allestisce il proprio carro per riconoscenza, devozione o per esprimere gratitudine per una grazia ricevuta. I carri sono tramandati di padre in figlio e ve ne sono alcuni esemplari davvero molto antichi. Sono tutti realizzati in legno e necessitano di particolare cura, per questo sono custoditi con molta attenzione dai proprietari.

Di solito, sono gli uomini ad occuparsi della manutenzione e della conservazione dei carretti, nonché della cura degli animali che li trainano. Ogni carro espone l’icona del santo e la scritta “W San Pardo” che viene ricamata o intagliata nel legno. Alle donne è invece assegnato il compito di preparare banchetti e di allestire con cura i carri. Ognuno di questi viene decorato con pigne, fiori di carta crespa, stoffe e merletti. I fiori, di colori diversi, renderanno il carro unico e allegro, insieme ai bambini che viaggeranno a bordo di esso durante le processioni.

I cortei sono accompagnati dal tipico canto “La Laudata”, intonato appunto dai carrieri del luogo. Ciò esprime una profonda devozione dei cittadini verso i santi patroni. Nella Laudata di San Pardo troviamo chiari riferimenti al risveglio della natura poiché la bella stagione è accolta con gioia da chi vive del raccolto della terra. Queste particolari feste, che animano tutt’oggi il basso Molise tra la fine di aprile e gli inizi di giugno, stanno lì proprio a ricordare il periodo in cui, in tempi ormai lontani, avveniva lo spostamento degli animali che dalla pianura ritornavano sulle montagne. Ciò che più colpisce è il profondo legame e il grande rispetto che i larinesi hanno nei confronti del proprio territorio e per la natura che li circonda. I buoi, l’ulivo, il carro agricolo e i fiori simboleggiano il risveglio della terra e il ritorno alle proprie origini. Larino è un posto che ti entra nel cuore, un luogo dove si possono riscoprire antichi legami e vecchie tradizioni che forse abbiamo tutti un po’ dimenticato.